Cappella commemorativa Albin Egger-Lienz

Ciclo di dipinti della cappella commemorativa dei soldati (vedi immagini)

Nella cappella commemorativa di Lienz si trovano gli unici affreschi mai dipinti da Egger – Lienz.

Il seminatore e il diavolo (probabilmente 1923)

Il contadino con pantaloni blu, camicia bianca e cappello a tesa larga procede seminando nel campo, il diavolo, raffigurato come un uomo nudo, lo segue.

Egger – Lienz rappresenta la parabola biblica del buon seme e del cattivo seme, dove il seme del diavolo scatena la guerra.

Tempesta. Senza nome (1925)

Dalla semina del diavolo nasce la guerra. I soldati irrompono in attacco con passi ampi e abbassati. L"obiettivo della composizione è la validità generale.

Elencando i luoghi di guerra della Prima Guerra Mondiale in basso a sinistra, l"artista sottolinea questo tema.

Sacrificio dei morti (1925)

Sei bare di legno chiuse sono impilate l"una sull"altra. Sul settimo e ultimo feretro di legno giace il cadavere di un soldato. La guerra porta alla morte, che per Egger – Lienz è sempre associata alla speranza della resurrezione. (Ero mors tua o mors – Sarò la tua morte, oh Morte).  

Il Risorto (1925)

Il ciclo di dipinti termina con la risurrezione di Cristo. Cristo è rappresentato in mezza figura di fronte allo spettatore di fronte alla bara vuota. Nella sua mano sinistra tiene la bandiera della croce. Questa rappresentazione è stata motivo di forti proteste che alla fine portarono all"interdetto.

Lo scandalo intorno al "Risorto"

Tuttavia, parallelamente alla costruzione e ai festeggiamenti, tra Egger-Lienz e il decano di Lienz Gottfried Stemberger si sviluppò una significativa controversia sulla raffigurazione del “Resuscitato” nella cappella commemorativa. All"epoca venne data poca o nessuna offesa all"interno del coerente arco tematico: “Seminatore e Diavolo”, con quest"ultimo responsabile di seminare il male; i “senza nome” come seme emergente dell’odio nella guerra; o al “Sacrificio dei Morti” con le sue bare come fine temporanea. La conclusione del ciclo era Cristo, il Redentore - che, tuttavia, a Stemberger e ad altri non sembrò abbastanza divino e fu addirittura ridicolizzato dalla stampa come un "consumatore" o come un "capo indiano, se l"anello al naso non fosse stato t mancante".

Lo scandalo alla fine si concluse con l"imposizione dell"interdetto da parte del Vaticano a Roma il 5 maggio 1926, pertanto non potevano più essere celebrate funzioni religiose nella cappella. E ciò fino alla riforma del diritto canonico del 1983, che non prevedeva più un divieto di celebrazione dei servizi religiosi basato sulla località. La riconsacrazione della cappella avvenne nel giugno 1987.

Su sua richiesta, Albin Egger-Lienz è sepolto nella "sua" cappella.

 

Monumento ai caduti del distretto

La storia mutevole e segnata da uno scandalo palese del monumento ai caduti del distretto inizia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Il governatore del distretto Erich Kneußl riuscì a coinvolgere tutte e 50 le comunità, in particolare la città di Lienz, per il restauro degli archi presso la chiesa parrocchiale di San Andrä a Lienz e la costruzione del monumento ai caduti del distretto in loco.

I lavori di costruzione sono stati realizzati nel 1924/25 secondo i piani dell"architetto Clemens Holzmeister. Albin Egger-Lienz ha dotato la cappella commemorativa appositamente progettata di un ciclo di quattro immagini. L"inaugurazione solenne, alla presenza di circa 10.000 partecipanti e con la presenza del Presidente federale Michael Hainisch, del governatore Franz Stumpf e del vescovo Sigismund Waitz, si è svolta l"8 settembre 1925.

Il monumento non doveva solo ricordare le vittime della guerra 1914-1918, ma doveva anche conferire al distretto di Lienz, già più isolato dopo la perdita dell"Alto Adige, i primi elementi di una nuova identità.

Dal 1950 al 1962, gradualmente, sono stati inclusi anche tutti i circa 1.800 caduti del distretto della Seconda Guerra Mondiale - i morti durante i bombardamenti sono stati nominati nella cappella - e sono stati effettuati nuovi lavori di ristrutturazione intensiva per preservare il monumento dal deterioramento.